Quando è uscito il pubblico, pure Matteo Berrettini è uscito per sempre dal quarto di finale contro Novak Djokovic che strada facendo aveva raddrizzato. Dominato nei primi due set, aveva vinto il terzo e si avviava al tie-break nel quarto. Come successo agli Internazionali di Roma, lo sgombero degli spettatori in coincidenza del coprifuoco è stato contestato. Parigi ha dovuto addirittura far allontanare i giocatori dal campo perché la folla non tornava a casa.
Racconta Stefano Semeraro per La Stampa che Quando il match riprende, alle 23 e 10, l’atmofera è quella allucinata di una serie tv alla Lost. Proprio la mini-torcida, tutta in suo favore – «Matteò! Matteò!» – è stata l’arma in più di Berrettini nel terzo set, strappato al tie-break, con grinta e orgoglio, a un Djokovic stizzito e voglioso di chiuderla lì dopo due set dominati. Matteo ha registrato troppo tardi il dirittone, ma ora è lì, che gioca al livello del Migliore, in uno stadio che rimbomba deserto, dove si sentono anche i respiri. Contro i Cannibali però basta un attimo di distrazione, e quando anche il quarto set sembra destinato al tie-break, due errori regalano a Djokovic tre matchpoint. I primi due Matteo li salva – con Nole che, ululante per la rabbia, scalcia un cartellone – sul terzo spedisce un rovescio a mezza rete, attorno a mezzanotte e dopo 3 ore e 26 di gioco.
Quando cioè – scrive Paolo Rossi su Repubblica – Berrettini pregustava una rimonta epica, di quelle che poi si ricordano per tutta la vita”. Marco Imarisio sul Corriere della Sera considera che I campioni fanno questo. Faticano durante il torneo, soffrono, inseguono i fantasmi dell’età che avanza. E poi, proprio quando l’avversario e il pubblico stanno cominciando a crederci, alzano il loro livello e si prendono tutto. Anche questa volta abbiamo pensato che fosse arrivato il momento di scrivere la storia. Peccato, perché sembrava Berrettini ne avesse più dell’avversario. Sia sul piano fisico che su quello nervoso. Ma nessun rimpianto. Ha fatto quel che doveva e poteva. Avanti così, che sta per arrivare la stagione dei campi veloci.